Tracciabilità della sterilizzazione nello studio odontoiatrico

A cura di Ivana D’Addario – ASO e Laura Pettini – ASO

Tracciabilità dei test di verifica e dei cicli di sterilizzazione in uno studio odontoiatrico

TRACCIABILITÀ E STERILIZZAZIONE IN UNO STUDIO DENTISTICO

Lo scopo è di garantire la massima sicurezza per il paziente.

Ogni nostra azione nella quotidianità lascia tracce. Pensiamo ai nostri scritti, alle telefonate, alla messaggistica, ai social, alle carte di credito, al telepass o ai cookies lasciati nella navigazione in internet.

Una società priva di memoria e di registrazioni è inimmaginabile.
Nella storia dell’uomo sono solo cambiati i mezzi di tracciamento: siamo passati dalle incisioni rupestri all’inchiostro sulle pergamene e sulla carta stampata ai byte della memoria digitale dei nostri giorni.
La memoria dell’uomo è labile e ha bisogno costantemente di essere rinforzata: le registrazioni servono, appunto, a mantenerla e a dimostrarla.

Pensiamo alla necessità di compilare le cartelle cliniche nelle nostre attività medico – odontoiatriche per narrare la storia del paziente in cura: un racconto dalle origini anamnestiche e diagnostiche al piano di terapia, supportato da fotografie, radiografie, modelli analogici o digitali dei suoi mascellari.

Sterilizzazione e tracciabilità

Test e processi sono finalizzati e connessi verso un l’obiettivo di garantire la massima sicurezza per il paziente. Vediamoli nello specifico.

Tracciabilità dei test di verifica e dei cicli di sterilizzazione in uno studio odontoiatrico

Ogni giorno, dietro le quinte negli studi odontoiatrici, gli Aso si occupano del ricondizionamento dello strumentario riutilizzabile attraverso il processo di sterilizzazione.

E’ composto da diverse fasi e ciascuna di esse, dalla decontaminazione fino al confezionamento prima dell’ingresso in autoclave, deve essere eseguita scrupolosamente.

Per questo bisogna attenersi a protocolli definiti: diversamente si incorrerebbe nel rischio di inficiare l’intero processo e non avere la sterilità dello strumentario.
Ancora oggi le linee guida ISPESL sono il gold standard a cui attenersi.

La sterilizzazione viene eseguita utilizzando autoclavi di classe B, con la pompa per il vuoto frazionato: sono le più utilizzate e raccomandate negli studio odontoiatrici. Prima del loro utilizzo giornaliero deve esserne verificata l’efficienza e il corretto funzionamento, attraverso l’esecuzione di test fisici e chimici, ad autoclave vuota senza carico: il vacuum test, test della tenuta del vuoto; l’Helix test, che verifica la penetrazione del vapore nei corpi cavi; il Bowie & Dick test , che verifica la penetrazione del vapore nei carichi porosi.

Periodicamente si esegue anche un test biologico utilizzando spore (Bacillus stearothermophilus ) per verificare la completa eliminazione di ogni forma di vita microbica e delle spore.
Ad ogni ciclo di carico dello strumentario si utilizza un integratore chimico multiparametro di classe 5 o 6: verificherà che i parametri di temperatura, tempo e pressione, siano stati raggiunti e andrà anch’esso registrato e conservato.

La tracciabilità, cioè la registrazione, conservazione e archiviazione su supporto cartaceo e/o informatico dei dati, permette di ricostruire con facilità e precisione l’avvenuto processo di superamento dei test e dei successivi cicli di sterilizzazione.

Completa la tracciabilità l’apposizione dell’etichetta sulle confezioni da processare. Spesso le etichette hanno una banda di viraggio sensibile alla temperatura che virerà a fine processo. I dati da riportare sull’etichetta sono: data di sterilizzazione, data di scadenza, numero di ciclo, se presente più di un’autoclave numero dell’autoclave, operatore.

Ad oggi il processo di tracciamento non è obbligatorio per gli studi privati, se non dove previsto per le strutture accreditate, ma altamente consigliabile per dimostrare la conservazione della sterilità.
Ricordiamo, inoltre, che laddove manca una normativa di riferimento, le Autorità di controllo sanitarie possono fare riferimento alle linee guide vigenti ISPELS.

Anche per tutelarsi in caso di contenzioso medico legale, può essere utile l’apposizione dell’etichetta della confezione di strumenti utilizzati, nella cartella cartacea del paziente o riportare i dati dell’etichetta nella cartella informatizzata, come è prassi nelle strutture ospedaliere.

La tecnologia più evoluta ci viene in aiuto: si trovano, infatti, in commercio autoclavi corredate di stampante per etichette che in automatico riportano i dati del ciclo scelto attraverso un codice a barre che può essere scansionato da un lettore e collegato alla cartella informatizzata del paziente.

La tracciabilità dei test di verifica e dei cicli di sterilizzazione, insieme ad una corretta manipolazione e stoccaggio degli strumenti e alle verifiche periodiche della macchina svolte da tecnici specializzati e autorizzati, permette di garantire ai pazienti qualità dei servizi e sicurezza igienico-sanitaria dello strumentario utilizzato negli studi odontoiatrici.

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